
a cura del Dott. Gatto Resp. Gruppo del Sacro Cuore di Gesù – Apostolato della Preghiera
Il mondo è in sofferenza, in angoscia a causa della pandemia da coronavirus. L’uomo sembrava essere padrone di se stesso e del mondo, l’uomo superbo ed arrogante che ambiva a superare se stesso, l’uomo che aspirava, mediante la tecnologia, ad andare oltre l’uomo, quell’uomo a cui Dio era indifferente e che sembrava non aver mai bisogno di appellarsi a Dio: eccolo! È divenuto, vittima di un predatore invisibile, microscopico.
Quest’uomo impaurito, confuso scopre i suoi limiti, la sua debolezza, la sua caducità. Certamente questo virus, efficacemente contrastato con mezzi socio-sanitari, sarà debellato dalla scienza illuminata dalla Sapienza Divina. Già in altre epoche l’umanità subì il flagello delle epidemie causate da infezioni.
La peste nera nel 1353 devastò la popolazione dell’Europa; in quell’occasione Papa Innocenzo VI concesse alla Germania e alla Boemia una celebrazione liturgica “Della Lancia e dei Chiodi del Signore”
nella quale veniva invocato il “Cuore di Gesù, come fonte del sangue e dell’acqua scaturiti dal suo fianco per la salvezza del mondo”.
Nel 1522 la peste colpì la popolazione di Roma, e il Crocifisso della Chiesa di San Marcello al Corso fu portato in processione penitenziale dalla Chiesa di San Marcello alla Basilica di San Pietro. Dopo circa due settimane il flagello della peste scomparve.
In questa ora così angosciosa per l’Italia e per il mondo, lo stesso Crocifisso miracoloso è stato venerato da Papa Francesco, prima nella Chiesa di San Marcello e poi nella Basilica di San Pietro, con una supplica per porre fine al flagello covid-19.
Durante la celebrazione liturgica in Piazza S. Pietro la pioggia battente sembrava rendere la Piaga del fianco di Gesù una fonte materialmente viva da cui fuorusciva sangue ed acqua.
Questo periodo di pandemia così drammatico diventa tempo propizio per l’uomo affinchè assuma la consapevolezza della sua finitudine.
È giunto il momento per auspicare un nuovo umanesimo, rispettoso del prossimo, del creato, aperto ad una sana operatività, alla preghiera e alla speranza.
È il momento opportuno per essere “Più veri, più umani, più cristiani” come recita il titolo della recente opera di S.E. Don Antonio Staglianò, e questo vale per tutti gli uomini, credenti e non credenti, infatti, parafrasando Dietrich Bonhoffer: “Essere cristiano non significa essere religioso, ma significa essere uomo”.
“Il mondo è in fiamme.
Solleva lo sguardo verso la Croce.
Dal Cuore aperto sgorga il Sangue del Redentore,
Il Sangue che spegne le fiamme dell’inferno.
Il tuo amore compassionevole,
l’amore che viene dal Cuore Divino,
ti porterà ovunque, e ovunque spanderà
il Suo Sangue prezioso, che calma, che guarisce, che salva”.
Edith Stein
Dinanzi alla Croce del Redentore, volgendo lo sguardo supplice al Sacro Cuore ferito dalla lancia, invochiamo con preghiere affinchè cessino la pandemia e le sue nefaste conseguenze.
“Ti salutiamo, Croce Santa, nostra unica speranza”.
Dolce Cuore del mio Gesù, fà che ti ami sempre più, Dolce Cuore di Maria sii la salvezza dell’anima mia, e sempre sia lodato il Santissimo nome di Gesù, Giuseppe e Maria
Pater, Ave, Gloria